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Hackerare un trattore. Il proprio…

La parola "hacking" implica la violazione dei dati di qualcun altro. Sta sempre più diventano una necessità per riparare qualcosa che si è regolarmente acquistato. La responsabilità è data sia dal sempre maggiore contenuto di elettronica e software in moltissimi prodotti che dalla volontà dei produttori di “spremere” sempre più fatturato da quello che vendono, anche, e soprattutto, dopo che lo hanno venduto. Fino a qualche tempo fa questa volontà di traduceva in “moral suasion” nei confronti degli acquirenti, a colpi di programmi di assistenza su misura, estensioni delle garanzie, ”ricambi originali”, con la “carota” accompagnata dal bastone della decadenza della garanzia in caso di accesso non autorizzato (“non rompete il sigillo”).



Ora si è andati oltre. Molte aziende iniziano a non concedere la licenza d’uso per il software di diagnostica, riservandolo ai propri centri d’assistenza. Negli Stati Uniti, dove la tendenza è più avanzata (ma l’Europa è subito dietro, anche se non se ne parla), la questione sta esplodendo persino a livello delle macchine agricole. Il sito di tecnologia Freethink, un vero nuovo fenomeno nel settore, ha appena pubblicato un’inchiesta multimediale, mettendo in luce una serie di fenomeni di grandissimo interesse.


Innanzitutto, gli agricoltori americani, come quelli di tutto il mondo, non hanno alcuna intenzione di perdere tempo e affidarsi ai tecnici dei concessionari per diagnosticare problemi che potrebbero costare poco o nulla se affrontati in azienda o al massimo da un meccanico di fiducia. Non solo è contrario ai principi di riduzione dei costi ma provoca anche problemi pratici. Le macchine agricole sono costantemente in uso e quindi richiedono una manutenzione continua. Inoltre, le condizioni d’uso cambiano e certe apparecchiature richiedono la modifica della taratura e dei settaggi. Infine, gli agricoltori di solito “spremono” le macchine finché possono, per averne il massimo ritorno possibile. Se si impedisce la manutenzione in proprio, non c’è più business plan, budget o conto economico previsionale che regga. Come ha detto benissimo un titolare d’azienda agricola intervistato da Freethink “in agricoltura, usiamo le cose finché non sono morte, e un po’ anche dopo che sono morte".


Alcuni agricoltori stanno tornando a utilizzare apparecchiature più vecchie e più semplici che sono più facili da riparare, e questo ha fatto nascere un mercato dell’usato estremamente fiorente. Altri si sono messi a piratare il firmware del proprio trattore solo per mantenere in funzione le loro apparecchiature più moderne. Negli Stati Uniti il software di pirateria informatica attualmente esiste in una zona grigia, poiché i veicoli terrestri sono stati esentati dal Digital Millennium Copyright Act nel 2015. Anche se ciò significa che l'hackerare il proprio trattore non è illegale, ciò non significa che sia particolarmente facile da fare.


Il software di accesso ai firmware dei trattori (ma anche di auto e camion) passa da forum a pagamento, solo su invito, e la maggior parte proviene dall'Europa Orientale, Polonia e Ucraina, nazioni eminentemente agricole e con una dotazione di softwaristi e tecnici di altissimo livello. Una volta entrati, si trova di tutto e di più: l’accesso ai server cui si collegano le macchine per scaricare i dati di aggiornamento, programmi diagnostici, generatori di chiavi di licenza, modificatori del limite di velocità e persino cavi “reverse engineered” (un lascito dell’esimia Apple e dei suoi maestri, a partire da IBM, questo dei cavi cifrati).

Chiaramente la maggior parte degli agricoltori avrebbe altro da fare e preferirebbe non occuparsi affatto di questo mercato nero, quindi sono diventati tra i più decisi nella lotta per sancire un diritto formale alla riparazione che garantirebbe l'accesso agli strumenti e ai sistemi diagnostici necessari per riparare le proprie cose. Negli USA, secondo Freethink, sono almeno 20 gli stati che hanno introdotto una qualche forma di legge sul diritto alla riparazione. Ma anche quando la norma sta scritta nei codici, la questione non è sistemata, perché il potenziale di business dell’assistenza post-vendita, del pay-per-use, delle forme di abbonamento e di affitto è semplicemente colossale. Ma sull’argomento, gigantesco, del Right to Repair, torneremo ancora perché è decisivo per la forma che avrà il futuro di tutti a breve termine.


Fonte dell'articolo: www.freethink.com


 

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