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Innovazione in acquacoltura, dai mangimi ai robot, ai vaccini. Appuntamento ad AquaFarm.


L’allevamento di pesci e molluschi è da anni definito strategico dalle organizzazioni internazionali, a partire dalla FAO, per garantire la sicurezza alimentare, quantitativa e qualitativa di una popolazione mondiale in crescita. Per consentire questa espansione, in tutto il mondo si sta premendo a fondo sul pedale dell’innovazione per migliorare in modo significativo efficienza e produttività delle attività di allevamento aumentandone la sostenibilità.


Ad AquaFarm illustreremo le innovazioni più impattanti e rilevanti per l’acquacoltura mediterranea, sia di acqua salata che di acqua dolce. L’appuntamento è per i prossimi 25, 26 e 27 maggio a Pordenone Fiere.



Rappresentando oltre il 50% dei costi di un allevamento e un impatto fondamentale sulla qualità del prodotto e sull’ambiente sia locale che globale, i mangimi sono il fattore produttivo dove gli investimenti in innovazione sono più rilevanti. A Pordenone se ne parlerà il 25 maggio nel secondo pomeriggio con la sessione Fish feed. Nell’ambito della ricerca della sostenibilità, come spiega Anders E. Østergaard, di BioMar, la principale spinta viene dal desiderio di sostituire nelle formulazioni le proteine di origine ittica (da specie non edibili) con altre di origine animale (per esempio da insetti) e vegetale (microalghe coltivate e lieviti). Ne parlano rispettivamente Emilio Tibaldi, Professore dell’Università degli Studi di Udine, Robert Tillner, di Aller Aqua, che ha messo a punto un mangime per trote a base microalgale, e Federico Moroni, Ricercatore dell’Università degli Studi dell’Insubria. Sulla base dei principi dell’economia circolare, un secondo filone di innovazione punta a ottenere ingredienti per mangimi dai sottoprodotti della lavorazione del pesce e da vegetali e microorganismi cresciuti sui reflui dell’allevamento ittico. Ne parleranno rispettivamente Alessio Bonaldo dell’Università degli Studi di Bologna e Luciano Foglio, Ricercatore, Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani.


Come in ogni altro settore, la digitalizzazione e l’automazione trovano campi sempre più ampi di applicazione anche nell’allevamento di pesci e molluschi, si delinea l’Acquacoltura 4.0; ne parleremo a Pordenone il 26 maggio nella seconda mattinata. Il settore che sta attirando molti investimenti nel campo della R&D è l’acquacoltura di precisione che mira a raccogliere dati dall’ambiente di allevamento e, dopo averli elaborati, analizzati e combinati con altre informazioni, permette di effettuare interventi mirati per rispondere alle effettive esigenze degli animali acquatici e delle caratteristiche biochimiche e fisiche dell’ambiente acquatico. L’obiettivo è migliorare l'efficienza nell'uso delle risorse, la produttività, la qualità, il benessere animale, la redditività e la sostenibilità. Si parte dalla raccolta e dall’organizzazione dei dati, anche in mare con satelliti (Alessandra Bleve di Planetek), con sistemi robotici (Manuel Greco, Se.Te.L), con reti di sensori IoT subacquee e indossabili dagli operatori (Chiara Petrioli, W-Sense), fino al monitoraggio del livello dell’ossigeno delle acqua interne (Edouard Royer, Università Ca’ Foscari Venezia). I moderni sensori producono enormi quantità di dati in tempo reale e differito, i famosi Big Data, che vanno organizzati e gestiti (Roberto Pastres, Università Ca’ Foscari Venezia) per essere analizzati (Guglielmo Giannini, g-nous). L’obiettivo più ambizioso oggi perseguito è la creazione di un gemello digitale, un digital twin, dell’allevamento, anche off-shore, (Ahmed Abid, EGM), per monitorare in modo sintetico le condizioni, la crescita e la salute dei pesci e dei molluschi, effettuare simulazioni e guidare gli interventi di gestione (Alessio Canalini, The Sea Opportunities). Negli allevamenti su terraferma un elemento fondamentale è il mantenimento di condizioni ottimali dell’acqua, con sistemi di depurazione sempre più efficienti, da quelli ad ozono (Federico Ponti, O3MET) a quelli recentissimi fotocatalitici (Daniela Bertotto, Università degli Studi di Padova).


C’è molta innovazione in acquacoltura anche a livello di base, sia nel miglioramento delle specie allevate tramite sistemi di selezione genetica (Federico Calboli, dell’università finlandese LUKE) che nella salute dei pesci. Il rischio derivante dei parassiti in Europa è basso ma da tenere monitorato (Maria Letizia Fioravanti, Alma Mater Studiorum), mentre i vaccini sono sempre più efficaci (Amedeo Manfrin, Istituto Zooprofilattico delle Venezie). Se ne parla nella sessione del 26 maggio Mercati e qualità dei prodotti.


Con questa ricchezza di contenuti e per l’autorevolezza dei relatori, mirati e sensibili alle esigenze di aggiornamento degli operatori del settore, AquaFarm si conferma la manifestazione di riferimento per il settore in tutto il Mediterraneo, unica in Europa per l’equilibrio tra interventi scientifici, aziendali e di mercato.



 

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