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Il Salmone Fassone è pronto per essere servito

Premessa #1. Secondo molte Organizzazioni Internazionali se vogliamo salvare il pianeta, e garantire scorte alimentari a tutti dobbiamo consumare più prodotti ittici, possibilmente di acquacoltura sostenibile.


Premessa #2. Oggi, secondo la FAO, la Norvegia rappresenta più della metà del mercato globale del salmone atlantico. La Norvegia esporta salmone in oltre 100 paesi in tutto il mondo, più di 1 milione di tonnellate nel 2019, che rappresenta 14 milioni di pasti di salmone norvegese consumati ogni giorno.




Era il 2015 quando per la prima volta nella storia un animale OGM è stato approvato per il consumo alimentare negli Stati Uniti. L’approvazione è stata effettuata dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di controllare il mercato del cibo e dei farmaci. Nel 2018, l'agenzia ha dato il via libera allo stabilimento dell'Indiana di AquaBounty, che attualmente alleva circa 450 tonnellate di salmone da uova importate dal Canada, stabilimento che in realtà è in grado di raccogliere più del doppio di questa quantità.

Ed eccoci qui, nel 2021 con il primo grande “raccolto” di AquAdvantagea che il 27 maggio di quest’anno è già esaurito gli ordini, così nelle prossime settimane gli americani potranno trovarsi a mangiare salmone geneticamente modificato.


L’AquAdvantagea è stato realizzato inserendo nel salmone atlantico materiale genetico da altre due specie: dal salmone reale (Oncorhynchus tshawytscha) sono state estratte le informazioni genetiche che permettono la produzione di uno specifico ormone della crescita, mentre dal blennio americano (Zoarces americanus) è stato importato un gene che serve per sbloccare la produzione dell’ormone della crescita nel salmone.

Questo salmone è pronto per essere commercializzato tra i 18 e i 24 mesi di vita, contro il periodo di circa 30 mesi necessari per i comuni salmoni. È un vantaggio importante per i produttori ma anche per l’ambiente, perché a parità di carne prodotta l’impatto ambientale è inferiore. Il suo impiego consente di ridurre i costi di allevamento e aumentare la produzione, venendo incontro a una domanda sempre più crescente per il consumo di pesce in buona parte del mondo.


Naturalmente non mancano le critiche da parte delle organizzazioni dei consumatori che sono contro gli OGM per il consumo umano e delle associazioni ambientaliste che ritengono pericoloso per l’ambiente l’allevamento di questa specie.

Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, già nel settembre del 2010 i ricercatori della FDA avevano pubblicato un lungo rapporto sui salmoni AquAdvantage, concludendo che questi pesci sono “sicuri per il consumo umano quanto il classico salmone”. Nel documento si dice anche che, da un punto di vista prettamente formale, il salmone OGM è da considerarsi comunque salmone atlantico, perché le modifiche per farlo crescere più rapidamente e con meno cibo non cambiano le caratteristiche della sua carne né altri parametri. Chi lo ha assaggiato dice che il gusto è uguale a quello del classico salmone atlantico, con la medesima consistenza.

Inoltre il salmone AquaBounty è allevato senza l’uso di antibiotici, con un’impronta di carbonio ridotta e protetto dall’inquinamento degli ecosistemi marini, che affligge gli allevamenti tradizionali in gabbia.




Nonostante la rapida crescita, il salmone modificato richiede meno cibo rispetto alla maggior parte dei salmoni atlantici d'allevamento. Le unità di biofiltrazione mantengono pulita l'acqua nei numerosi serbatoi da 70.000 galloni (264.979 litri) della struttura dell'Indiana, riducendo le probabilità che i pesci si ammalino o richiedano antibiotici.


Alle critiche ambientaliste e sociali si sono invece appellate alcune aziende di distribuzione e ristorazione tra cui Aramark che a gennaio ha annunciato il suo impegno a non vendere il salmone geneticamente modificato, parlando di preoccupazioni ambientali e potenziali impatti sulle comunità indigene che raccolgono salmone selvatico. All’Aramark si sono poi aggiunti Costco, Kroger, Walmart e Whole Foods.

I ricercatori interpellati dalla FDA prima di autorizzare la produzione del AquAdvantage hanno però fatto il loro mestiere e hanno concluso che il salmone OGM non costituisce un pericolo per gli ambienti marini. L’isolamento delle vasche impedisce che il pesce scappi, inoltre i salmoni di AquaBounty sono sterili, quindi anche nel remoto caso della fuga di un esemplare in mare aperto, non potrebbero verificarsi incroci con gli altri salmoni non OGM.


Secondo molti osservatori ed esperti quindi l’opposizione agli OGM è soprattutto ideologica e non ha basi scientifiche. Siamo in un mercato in cui, nonostante il progresso tecnologico, stiamo vivendo un ritorno al contatto con la natura, e alla ricerca di autenticità, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con gli alimenti e il mercato interno valorizza sempre più l'origine dei prodotti. Gli stessi norvegesi stanno facendo ricerche molto avanzate nello stesso settore. All’edizione di AquaFarm del 2018 è stato presentato il lavoro effettuato presso il Maritime Research Institute di Bergen sull’utilizzo delle tecniche CRISPR-CAS9 per il miglioramento genetico dei salmoni. Usando il CRISPR non viene inserito un nuovo gene nel genoma ma viene modificata la sequenza originale. Nel caso specifico, viene modificata la sequenza in modo da cambiare l’espressione di un gene, inibendo la sintesi della miostatina, la proteina che ferma lo sviluppo muscolare. I buoi fassoni (piemontese per “fascioni” muscolari) vengono prodotti a seguito di una mutazione naturale, che è nota anche in altre specie.


Inoltre, forse, non si tratta più di sicurezza alimentare e sanitaria quanto più di trasparenza verso il consumatore che deve essere informato sulla natura di quello che mangia.



La legge sull'etichettatura sia in Europa, che negli USA (entrata in vigore negli USA solo a gennaio del 2021) impone alle aziende di divulgare la presenza di ingredienti geneticamente modificati negli alimenti attraverso l'uso di un codice QR, un'esposizione di testo sulla confezione o un simbolo designato, per garantire che i clienti sappiano che stanno acquistando un prodotto ingegnerizzato.


Il problema però è che queste regole non si applicano ai ristoranti o ai catering che non sono tenuti a segnalarlo ai loro clienti. La battaglia sull’”etichettatura” degli alimenti proposti dall’HoReCa è un altro capitolo che, almeno in Europa, si sta ancora scrivendo e di cui più volte abbiamo anche parlato ad AquaFarm.


 

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